martedì 10 novembre 2015

Gli ultimi saranno ultimi

Luciana vive ad Anguillara, lavora in fabbrica ed è sposata a Stefano, simpatico cialtrone disoccupato da sempre e in caccia perenne d'idee per guadagnare senza fatica. Nella medesima località (il litorale romano, dove la cosa più avventurosa che ti possa capitare è di pranzar al ristorante "Cacio e pesce"), giunge un poliziotto veneto caduto in disgrazia per non avere salvato il partner in servizio. Allorquando Luciana, che da tempo desidera un figlio inutilmente, vede avverarsi il proprio sogno, il datore di lavoro non le rinnova quel contratto "a tempo determinato", che è l'unica fonte di reddito per la sua famiglia. In un paese nel quale la voce di Radio Maria esce finanche dai water, per entrambi è l'inizio d'un calvario: Luciana sprofonda in difficoltà economiche via via più stringenti, mentre l'agente è messo alla berlina, ancor più quando fa amicizia - senza accorgersene - con un transessuale. Le tensioni salgono ed uno sbocco tragico matura, quasi inevitabilmente...

Massimiliano Bruno ha esordito nella regia cinematografica con "Nessuno mi può giudicare" (2011), commedia sentimentale di modesto spessore ma grande successo, che lo ha convinto a proseguire sulla medesima strada. Il passo successivo, "Viva l'Italia" (2012), pur avendo intenti vetrioleggianti e azzardando osservazioni di costume, risultava peggiore quanto a volgarità e sciatteria di scrittura. "Confusi e felici" (2014) cercava di aggiustare il tiro, suscitando il sorriso con metodi più eleganti, ma senza migliorare sostanzialmente gli esiti. Va detto, comunque, che il favore del pubblico non è mai mancato, sicché il nostro ha, stavolta, deciso di aumentare le ambizioni: adattare pel grande schermo un suo lavoro teatrale costruito in forma di monologo, affidato ad una Paola Cortellesi capace di dare vita a diversi personaggi con maestria.

Il primo problema postosi è quale formula narrativa scegliere per il passaggio in celluloide. La strada più semplice era quella della commedia corale, e così è stato: il personaggio del poliziotto in disgrazia, ad esempio, è stato inventato di sana pianta ed affidato ad un Fabrizio Bentivoglio valido come d'uso, tuttavia impossibilitato a fare miracoli con un carattere mal concepito e poco attendibile. Lo stuolo di figurette che si muovono intorno a volte soddisfano, altre no: è deliziosa, ad esempio, Maria De Biase nei panni di una poliziotta sovrappeso (e la cena di Capodanno con Bentivoglio è un piccolo pezzo di bravura di entrambi, con le emozioni che, finalmente, arrivano). A funzionar davvero bene, sono i due protagonisti: Alessandro Gassmann, approdato ad una piena maturità, disegna con leggerezza il suo Stefano, coniugando tenerezza e infingardaggine con sottile perspicacia; quanto alla Cortellesi, reduce dal lungo rodaggio teatrale, fornisce la miglior prova della sua carriera, rendendo a perfezione l'infinita complessità di una donna semplice. Nel drammatico scioglimento, è addirittura strepitosa: è un peccato che l'accenno di lieto fine, in coda, comprometta il delicato equilibrio del tutto. In ogni caso il miglior film di Bruno, che si è preso finalmente qualche rischio, e ha quasi vinto la scommessa.

                                                                                                                                     Francesco Troiano

GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI. REGIA: MASSIMILIANO BRUNO. INTERPRETI: PAOLA CORTELLESI, ALESSANDRO GASSMANN, FABRIZIO BENTIVOGLIO. DISTRIBUZIONE: 01. DURATA: 103 MINUTI. 

 


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