mercoledì 13 febbraio 2013

Gangster Squad

Los Angeles, 1949. Il boss Mickey Cohen è al culmine d'una scalata nell'universo malavitoso, che gli consente - attraverso il controllo di droga, prostituzione, scommesse clandestine e traffico d'armi - il dominio sulla città. Non solo ha un'enorme quantità di uomini ai propri ordini, ma attraverso metodi corruttivi tiene in pugno pure politici, magistrati e forze dell'ordine. Disgustato da tutto ciò, il capo della polizia Bill Parker affida all'inflessibile sergente John O'Mara il compito di formare una squadra di agenti di sua fiducia, destinata ad agire nell'ombra e dotata di poteri speciali, per ingaggiare contro Cohen una lotta senza quartiere. Alla piccola pattuglia, si unisce il dapprima riluttante sergente Jerry Wooters che ha una storia d'amore appassionata con la donna di Cohen, l'affascinante Grace...

Circolava da un bel po', la sceneggiatura di "Gangster Squad", tanto da essere finita nel Black Book - la lista dei migliori progetti non ancora realizzati: scritta da Will Beall, un ex-detective della polizia losangelina, trae spunto da una serie di articoli del "Los Angeles Times", poi raccolti in volume dal giornalista Paul Lieberman (in Italia, uscito per Piemme). A un certo punto, la Warner decide di dare il via al progetto: dietro la macchina da presa, finisce il il 34enne Ruben Fleischer, nel curriculum solo due commedie d'azione a basso costo ("Zombieland" e "30 Minutes or Less"). Scelto, pare, in base ad un provino, il giovane cineasta ha delle idee ben precise su quale debba essere lo stile del film: nella bisogna, è affiancato da collaboratori d'eccellenza, come la costumista Mary Zophres e
il direttore della fotografia Dion Beebe.

Adrenalinico e survoltato, "Gangster Squad" coniuga violenza e spettacolo con grande sapienza, aggiornando la lezione dei classici Warner degli anni '30 e '40, pellicole quali "Piccolo Cesare" (1930), "Scarface" (1932) e "La furia umana" (1949). Visivamente, molti sono i punti di contatto
con "Gli intoccabili" (1987) di Brian De Palma, citato esplicitamente in alcune scene (preferiamo
non privarvi del piacere di scoprire quali). Ma è il tono, qui, a far la canzone: incorniciati dentro
una rappresentazione d'epoca perfetta (locali notturni, strade bagnate, auto scintillanti), gli scontri
fra la riserva segreta della LAPD (Los Angeles Police Department) e gli uomini della criminalità organizzata sono messi in scena con una furia assolutamente contemporanea, vieppiù enfatizzata da un montaggio frenetico e una crudezza inusitata anche per il genere. Capitanato da un elettrizzante Josh Brolin e da un interiorizzato Ryan Gosling, il cast si rivela efficace: forse il meno a suo agio è Sean Penn, che carica i toni fino a sfiorare la gigioneria nei panni di Mickey Cohen. Emma Stone è
assai più che una presenza rilucente: ha doti d'attrice bastevoli ad assicurarci che è qui per restare.
                                                                                                                                 Francesco Troiano

GANGSTER SQUAD. REGIA: RUBEN FLEISCHER. INTERPRETI: JOSH BROLIN, RYAN GOSLING, SEAN PENN, NICK NOLTE, EMMA STONE, GIOVANNI RIBISI, MICHAEL PENA.
DISTRIBUZIONE: WARNER. DURATA: 106 MINUTI.


martedì 12 febbraio 2013

Promised Land

Da ragazzo di campagna a uomo d'affari in carriera, la vita di Steve Butler pare giunta ad una svolta quando la società per la quale lavora, la Global Crosspower Solutions, lo invia assieme alla collega Sue Thomason in una cittadina agricola della Pennsylvania, duramente colpita dalla crisi economica. Il loro compito è quello di farsi concedere i diritti di trivellazione dei terreni della comunità locale, con un dispendio minimo di danaro. Certi di poter portare a termine con facilità il proprio compito, i due si trovano invece a fare i conti con Frank Yates, un anziano e rispettato insegnante che esprime fondati timori sull'operazione; dipoi entra in scena Dustin Noble, uno scaltro attivista per la tutela ambientale che semina il dubbio nella popolazione. Steve, che nel frattempo ha incontrato Alice,
una donna che l'attrae per la sua dolcezza e sensibilità, si trova infine ad un bivio: la scelta è tra il seguire la via delle proprie ambizioni oppure fare quello che ritiene giusto...

Con la tecnica della fratturazione idraulica o "fracking", un fluido iniettato ad alta pressione nel sottosuolo spezza le rocce. Di conseguenza il gas naturale, ma anche il petrolio, che fuoriescono, risalgono in superficie pel tramite del medesimo condotto servito per pompare il fluido. Tale metodo rischia, però, di causare terremoti ed inquinare le falde: è per questo che negli Usa gli ambientalisti, sostenuti da artisti ed intellettuali, hanno dato vita ad una assai vigorosa protesta. Ovviamente, quella dei petrolieri è una lobby potentissima e gigantesca, la cui voce nel Congresso ha un peso rilevante. In detto scontro, va ad inserirsi un film come "Promised Land". Doveva essere il debutto alla regia di Matt Damon, qui attore protagonista (oltre che produttore e co-sceneggiatore, con John Krasinski): ma i suoi innumerevoli impegni lo hanno costretto a chiedere aiuto all'amico Gus Van Sant, che lo aveva già diretto in "Will Hunting genio ribelle" (1997) e in "Gerry" (2002).

Pur in un lavoro su commissione, ritroviamo lo stile inconfondibile del regista del Kentucky, quel
suo adoprar la fiction in modo quasi documentaristico, l'abilità nel mescolare tensione narrativa ed impegno. Dopo i diritti civili, la lobby delle armi, l'amore gay sono, ora, le politiche del governo americano, che lascia nell'abbandono le sue immense zone rurali, a finire nel mirino del nostro. Un poco limitato dalla necessità di raccontare linearmente una storia, abitata da personaggi alle prese
con un percorso di conoscenza, Van Sant è qui forse meno personale che in altre occasioni. Tuttavia,
una pellicola che stigmatizzi la sicumera delle multinazionali e punti l'indice contro il malaffare
nell'industria dell'energia, non può che essere una lieta sorpresa, in epoca di scarsa attenzione a tematiche di tal genere. Mosso da un afflato capriano, sulla scia delle opere di denuncia degli anni
'70, "Promised Land" è vivificato da un ottimo cast, nel quale a fianco del convincente Matt Damon troviamo una Frances McDormand, come d'uso, immensa.
                                                                                                                                  Francesco Troiano

PROMISED LAND. REGIA: GUS VAN SANT. INTERPRETI: MATT DAMON, FRANCES McDORMAND, JOHN KRASINSKI, ROSEMARY DeWITT. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 106 MINUTI.


lunedì 11 febbraio 2013

Noi siamo infinito

Pittsburgh, 1991. Charlie, matricola alle superiori, è un ragazzo introverso e riservato, che guarda le cose intorno a sé tenendosi da parte. Intelligente, tuttavia, e anche gentile, attento ascoltatore, non ci mette molto a entrare nelle grazie della bella Sam e del suo impavido fratellastro Patrick, che subito lo prendono sotto la loro ala protettrice. Inizia, così, pel neofita un periodo entusiasmante: tra primi amori e nuove amicizie, feste e rappresentazioni del "Rocky Horror Picture Show", il tempo scorre lesto e piacevole. Incoraggiato poi dal carismatico professore di inglese, il signor Anderson, Charlie prende consapevolezza della propria vocazione alla scrittura. Purtroppo, nonostante egli possa dirsi un ragazzo felice, il dolore di eventi passati - il sucidio del suo più caro sodale, Michael; la morte accidentale di una amata zia - continua a tormentarlo: e si materializza, alla fine, in una devastante perdita dell'equilibrio, allorquando i suoi amici più grandi si preparano ad andare al college...

Apparso in Italia col titolo "Ragazzo da parete" (Frassinelli), "The Perks of Being a Wallflower" - uscito negli Usa nel 1999 - divenne rapidamente un libro di culto, pur se fra infinite polemiche (la franchezza con cui affrontava argomenti quali il sesso, l'alcool e la droga fra i giovani irritò la parte più conservatrice dell'America). Assurto a repentina fama, il suo autore Stephen Chbosky ricevette diverse proposte volte a fargli adattare il libro per il grande schermo ma le rifiutò tutte, preferendo dedicarsi all'attività di sceneggiatore (con successi quali la serie televisiva "Jericho"). Tredici anni dopo, ritenendo fosse giunto il momento di tornare alle origini della sua fortuna, Chbosky licenzia uno script che mantiene lo spirito del romanzo, pur concentrandosi soltanto su alcuni personaggi del medesimo. A questo punto, la Mr.Mudd Productions - suoi "Juno" e "Ghost World", per fare qualche esempio - decide di fornire il danaro per la pellicola e offre al nostro di dirigerla.

Di fronte al film, allo spettatore può venir in mente quella bella frase di Pessoa, "ho nostalgia di tutto, anche di ciò che non ho vissuto": ché il ricordo di una siffatta prima adolescenza, sospesa fra entusiasmo e malinconia, pare di quelli che tutti vorrebbero avere nel proprio vissuto. E quella pena, quell'angoscia magari mai più desidereremmo viverla, ma il mix di sensazioni che dava ha contribuito alla crescita di ciascuno di noi. C'è molto, qui, del Salinger del "Giovane Holden" ed ugualmente dei racconti; e, anche, una vena di Fitzgerald, mentre a cercare un referente cinematografico viene in mente l'opera prima di Whit Stillman, "Metropolitan" (pur se qui la classe sociale non è proprio l'alta borghesia urbana). L'operazione nostalgia, ravvicinata nel tiro, passa per brani dell'epoca, non a caso a cominciare dalla "Heroes" di Bowie (che i personaggi adorano, ma non sanno identificare): e questi "american graffiti" d'oggidì avvolgono quanto quelli di Lucas salvo sciogliersi in un finale positivo, senza il retrogusto amaro d'allora. Opera d'interpreti, inoltre, "Noi siamo infinito" fa sfilare un ottimo Logan Lerman ("Percy Jackson") nei panni del protagonista e dà una robusta conferma con Ezra Miller (è Patrick), già fattosi notare come figlio di Tilda Swinton in "E ora parliamo di Kevin". Ciò detto, a tutti ruba la scena Emma Watson che, conclusasi l'interminabile saga di Harry Potter, sciorina un talento d'attrice impressionante, nell'ossimorica rappresentazione di un'adolescente fragile e forte, indomita e timida, spavalda e struggente. Uno spettacolo nello spettacolo.
                                                                                                                                    Francesco Troiano

NOI SIAMO INFINITO. REGIA: STEPHEN CHBOSKY. INTERPRETI: LOGAN LERMAN, EMMA WATSON, EZRA MILLER. DISTRIBUZIONE: M2 PICTURES. DURATA: 103 MINUTI.