martedì 16 giugno 2015

Diamante nero

Marieme, sedicenne nera, vive in periferia, va male a scuola (rischia di ripetere, per la terza volta, la terza classe), deve far da madre alle sorelle più piccole, è angariata dal fratello violento e maschilista. Timida e schiva, la ragazza inizia a trovare una propria identità unendosi a una gang di tre coetanee: la carismatica Lady, poi Adiatou e Fily, bulle sexy che giocano a fare le teppistelle. Frequentandole, ella inizia a comprendere che il mondo non è solo pensato per i maschi: così, cambia pelle indossando un giubbino di cuoio, stirandosi i capelli, sottolineando la sua naturale sensualità. Tuttavia, indecisa sulla strada da prendere, sfiora certe cattive compagnie, ritraendosi però in tempo: e laddove il suo ragazzo pure, più gentile e tenero degli altri, si rivela in un diverso modo castrante, Marieme s'accorge di poter contare solo su se stessa, sulla propria energia e sulla voglia di non seguire i modelli collaudati.

Nel 2011, Céline Sciamma si era fatta notare con "Tomboy", assai premiato film su una bimba decenne che decide di spacciarsi per maschietto. A pensarci, questo "Diamante nero" è una specie di variazione sul medesimo tema, affrontato con minore esplicitezza, ma con esiti non meno interessanti ed intriganti. Non è un caso che Vic - è il nome che la "nuova" Marlene assume - faccia a botte con un'altra ragazza, strappandole il reggiseno per umiliarla, porti i capelli corti e, a un certo punto, si fasci il petto per celare la propria natura. Più che in chiave femminista, queste scelte vanno vedute come il tentativo di farsi rispettare in un mondo costruito sulla misura maschile. Un po' come le rugbiste della splendida scena iniziale, Vic e le sue amiche sono forti e dolci, determinate e sorridenti.

Alle prese con una materia difficile, la maestria della Sciamma - qui appena al suo terzo lungometraggio - riluce nel modo in cui evita letture sociologiche, collocando le sue giovani guerriere in una banlieu  connotata non secondo i canoni del realismo (di poliziotti non si vede ombra, adulti e bianchi sono rare presenze). La storia che ci narra vibra di vigore, finanche di rabbia: ma non si ferma alla sorellanza del quartetto, segue i destini di Vic anche più oltre, la lascia carica d'energia che la vita continua a frustrare.
Il finale "aperto" ce la consegna indomita, seppure angosciata dai problemi: è qui che "Diamante nero" assume connotati decisamente politici, saltando a pie' pari gli obblighi della pellicola con il "messaggio" in virtù di una personalità autoriale ormai pienamente raggiunta. Le protagoniste, tutte al loro esordio, forniscono - capitanate da una scintillante Karidja Touré - una prova memorabile.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

DIAMANTE NERO. REGIA: CELINE SCIAMMA. INTERPRETI: KARIDJA TOURE', ASSA SYLLA, LINDSAY KARAMOH, MARIETOU TOURE'. DISTRIBUZIONE: TEODORA. DURATA: 112 MINUTI.