mercoledì 17 agosto 2016

Un padre, una figlia

Romeo Aldea è un medico cinquantenne, che svolge la propria attività nell'ospedale di una cittadina della Romania. Uomo di saldi principi morali, adora la figlia Eliza, per la quale farebbe qualsiasi cosa. E' solo per non ferirla che lui e la moglie tengono in vita, senza quasi parlarsi, un matrimonio oramai svuotato di senso. Arrivata alla soglia del diploma, per Eliza si apre la prospettiva di andare a vivere a continuare gli studi in Inghilterra: una borsa di studio sarà il salvacondotto per un futuro migliore. Passare gli esami - e ottenere la media necessaria - non dovrebbe costituire problema per un'alunna modello come lei: ma, giusto alla vigilia della prova scritta, la ragazza viene aggredita brutalmente,  restando scossa nel profondo. Al fine di non farle perdere un'occasione irripetibile, Romeo mette in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto, e ha insegnato ad Eliza: chiede una raccomandazione, offrendo a sua volta un favore professionale...

Il protagonista di "Un padre, una figlia" appartiene ad una generazione che ha veduto il sogno di un cambiamento dissolversi sotto i propri occhi: egli, in prima persona, ha sperimentato a suo tempo la delusione di tornare nel proprio paese per cercar di cambiare le cose, di sostituire al solito andazzo una prospettiva di rinnovamento, su tutto morale. Non è stato possibile, ed altro non gli è restato da fare che conservare la propria integrità, mentre intorno a lui la realtà seguiva altri percorsi. Ma - pare dirci Cristian Mungiu, premiato a Cannes con la Palma per la miglior regia - l'innocenza completa è impossibile: non a caso, l'aggressione avviene proprio la mattina in cui Romeo non ha accompagnato la figlia davanti alla scuola bensì nelle vicinanze, per la fretta di raggiungere la propria amante.


Non tutto può essere controllato, insomma: l'esistenza segue le proprie strade, e produce per chiunque possibilità di sbagliare. Allora, sino a che punto è giusto sceglier per i figli, quando neppure si riesce a controllare in pieno la propria vita? E la dirittura morale può essere un elastico, che s'allunga quando ci appare necessario per una buona causa? Come in "Oltre le colline", il cineasta rumeno squaderna il problema delle conseguenze di una scelta: stavolta, però, esse toccano nell'immediato gli interessati, il confronto tra l'idea che si ha di se stessi e ciò che realmente si è non permette sconti, non lascia alcun margine di dubbio. Il dottor Aldea si muove in un certo modo, perché ritiene di agire per il bene di Eliza, ciò che dovrebbe giustificare l'infrazione al codice che egli stesso si è dato: in realtà, alla fine, egli si troverà con amarezza a comprendere che il compromesso non solo non è possibile, ma - per ironia della sorte - a volte, addirittura, non sarebbe necessario. Ad Eliza si apre un varco per essere, infine, padrona del proprio destino; ed è a lei, alla sua freschezza, a quella di tanti altri giovani connazionali, che Mungiu affida le speranze di mutamenti per il destino collettivo.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

UN PADRE, UNA FIGLIA. REGIA: CRISTIAN MUNGIU. INTERPRETI: ADRIAN TITIENI, MARIA-VICTORIA DRAGUS, RARES ANDRICI. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 128 MINUTI.



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