domenica 23 novembre 2014

Trash


Rafael e Gardo, due quattordicenni che sbarcano il lunario smistando rifiuti nelle favelas di Rio, trovano un giorno nella discarica un portafoglio che contiene dei soldi, una foto con alcuni numeri sul retro, un calendario con l'immagine di San Francesco ed una chiave. Subito dopo la polizia locale, per la quale i ragazzini non nutrono fiducia o simpatia, piomba sulle favelas in cerca dell'oggetto smarrito: quando è offerta una somma di danaro per il ritrovamento, i due capiscono di essere finiti in un gioco più grande di loro; ma non per questo scelgono di demordere. Coinvolto un altro loro compagno, Rato, i nostri eroi - dribblando gli sbirri corrotti e violenti, capitanati dal pericoloso Federico - risalgono al proprietario del portafoglio, Angelo; ma i guai non cessano, e le sole persone su cui il trio può fare affidamento sono il disilluso padre Julliard e la sua assistente Olivia...

Adattamento per il grande schermo del romanzo omonimo scritto da Andy Mulligan, sceneggiato da Richard Curtis ("Quattro matrimoni e un funerale", "Love Actually") e diretto da Stephen Daldry ("Billy Elliott", "The Hours"), "Trash"- presentato con successo all'ultima edizione del Festival di Roma -  è un lavoro di puro entertainment, dalla confezione formale impeccabile. La presenza quale produttore di Fernando Mereilles e del compositore Antonio Pinto aggiungono garanzie all'etnicità dell' insieme. La pellicola, inscenando lo scontro fra poliziotti venduti e giovani ladruncoli, non si allontana dalla realtà, pur presentandola attraverso lo sguardo del benessere di marca angloamericana. A mezza via tra le atmosfere realistiche di "City of God"ed il favolistico "The Millionaire", col passar dei minuti "Trash" s'adagia supinamente sul secondo modello, correndo il rischio di venir accusato di colonialismo culturale, ché il Brasile delle favelas è qui trattato in maniera assai simile all'India degli slum messa in scena da Danny Boyle.

Ciò precisato, dal punto di vista meramente cinematografico, "Trash" è un'operina assai godibile, a principiar dai tre giovanissimi protagonisti presi dalla strada: i riferimenti letterari vanno da Oliver Twist a Huck Finn, sicché le avventure picaresche, dal sapore antico, non mancano di coinvolgerci e farci trepidare per le sorti dell'improbabile terzetto. La cinepresa di Daldry compie miracoli nell'intercettarli in velocità, catturandone magistralmente gli occhi sgranati ed i sorrisi strafottenti. Il montaggio si adegua con abilità al disegno registico, che predilige - come d'uso, nel nostro - la decostruzione temporale, per mezzo d'un sapiente uso di flashback e flash forward atto ad imprimere alla vicenda un ritmo incalzante. Insomma, "Trash", s'è detto, è una vera gioia per gli occhi, a condizione di superare il disagio d'adoprar come fonte di svago la miseria delle bidonville del Terzo Mondo e l'esistenza dei "bambini spazzatura" che, nella vita vera, al posto delle peripezie mirabolanti qui inscenate corrono ogni giorno il rischio di beccarsi una pallottola vagante. Che il tutto vada visto alla stregua di una fiaba, oppure di una parabola sul potere salvifico della fede, è palese; sarebbe tuttavia meglio, più adeguato e politicamente corretto - espressione odiosa, che qui per una volta trova un suo senso - affidare operazioni di tal fatta ad una narrazione autoctona, per smarcarsi dal sospetto di una poco simpatica scaltrezza commerciale.

                                                                                                                                    Francesco Troiano

TRASH. REGIA: STEPHEN DALDRY. INTERPRETI: MARTIN SHEEN, ROONEY MARA, WAGNER MOURA, RICKSON TEVEZ, EDUARDO LUIS, GABRIEL WEINSTEIN. DISTRIBUZIONE: UNIVERSAL. DURATA: 114 MINUTI

Nessun commento:

Posta un commento