lunedì 8 ottobre 2012

Le belve

Laguna Beach, California del Sud. Gli amici per la pelle Ben e Chon, reduce dall'Afghanistan il primo, intellettuale pacifista il secondo, si dividono tutto, nella vita. Innanzitutto, il commercio di marijuana, la migliore qualità disponibile sul mercato; inoltre la fidanzata O, abbreviativo di Ophelia, oltre che di orgasmo. Ma in un sistema di capitalismo avanzato, ovviamente, una simile attività economica non può restare a lungo in sordina. La loro celebrata erba finisce per attirar l'attenzione del Cartello dei trafficanti messicani di Bahia, capeggiato dalla spietata Elena "La Reyna": per costringere il duo a lavorare per lei, la donna fa rapire O e lascia briglia sciolta al più sadico dei suoi scagnozzi, Lado. E' l'inizio di una guerra senza esclusione di colpi, proprio sotto gli occhi dell'ambiguo agente dell'antidroga Dennis...

Girato in economia per i canoni hollywoodiani (solo 40 milioni di dollari), "Le belve" prende le mosse dall'iperviolento - Stone ha dovuto comprarne i diritti in prima persona, poiché gli studios lo ritenevano  troppo sanguinario - romanzo omonimo dell'ex detective Don Winslow (da noi lo pubblica Einaudi). Siamo dalle parti, lo si sarà capito, dell'universo letterario d'un James Ellroy, pane per i denti del regista di "Assassini nati" (1994) e "UTurn - Inversione di marcia" (1997): e difatti, anche stilisticamente, i vezzi del nostro - alterazioni di colore, saturazioni, passaggi al bianco e nero, immagini da webcam e cellulari - ci sono tutti.

Mix parossistico di generi, noir e thriller, love story e snuff movie, "Le belve" - pur imperfetto - è l'esito migliore dello Stone più recente. Sostenitore della liberalizzazione delle droghe leggere, nostalgico dello spirito sessantottino, il cineasta newyorkese mette in scena una ballata iperbolica e lisergica punteggiata di sangue e di morti, sorta di mix fra "Bonnie and Clyde" (1967) ed "Alice's restaurant" (1969). Tutto sopra le righe, volutamente e, a tratti, gioiosamente; con pungenti caratterizzazioni dei personaggi (la palma del migliore va, a nostro avviso, all'imbolsito e tuttavia scintillante Travolta nel ruolo di Dennis), sequenze survoltate quanto imprevedibili (il rutilante scioglimento, che ammicca a "Duello al sole" prima di distendersi in un atipico happy end), un clima generale da West Coast d'antan - il rapporto che lega i protagonisti ad O pare visualizzare un classico d'epoca di David Crosby, "Triad" - che riscalda il cuore dei nostalgici, e speriamo non soltanto il loro.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

LE BELVE. REGIA: OLIVER STONE. INTERPRETI: TAYLOR KITSCH, AARON TAYLOR- JOHNSON, BLAKE LIVELY, SALMA HAYEK, BENICIO DEL TORO, JOHN TRAVOLTA, EMILE HIRSCH. DISTRIBUZIONE: UNIVERSAL. DURATA: 131 MINUTI.

Nessun commento:

Posta un commento