giovedì 4 ottobre 2012

Killer Joe


Il ventiduenne Chris Smith è un piccolo spacciatore, al quale la madre ha rubato la droga andandosene con un altro uomo. I fornitori gli stanno alle calcagna e lui non saprebbe come fare fronte al debito, se non venisse a sapere che la mamma ha una polizza sulla vita da 50.000 dollari. D'accordo con il padre, la di lui nuova donna e la sorellina decidono d'ingaggiare il fascinoso sicario Killer Joe - un poliziotto che arrotonda la paga con delitti su commissione - per uccidere la genitrice ed incassare il denaro. Non potendo, però, pagare la somma di 25.000 dollari richiesti in anticipo dall'assassino su commissione, Chris accetta di dargli quale caparra la sorella minore Dottie, nell'attesa d'incassare i soldi dell’assicurazione. Joe porta a termine la missione, ma si scopre che a prendersi tutto il malloppo sarà il nuovo fidanzato della morta...

Tratto da una piéce teatrale di Tracy Letts, "Killer Joe" è una commedia pulp nera e cinica, a metà strada fra gli allegri massacri di Tarantino e l'ironia sulfurea dei fratelli Coen. Sono, questi, semplici punti di riferimento, ché il quasi ottantenne William Friedkin non ha davvero bisogno di numi tutelari: per un'intera carriera in bilico tra alto artigianato e finezze autoriali, egli è cineasta quasi cartesiano nel suo mettersi al servizio della storia e nel non lasciar tregua allo spettatore (si pensi a "Vivere e morire a Los Angeles": che è, insieme a questo, il suo risultato migliore, oltre a quello che più gli si avvicina per l'iperrealistico pessimismo).

Lo sfondo è tra i protagonisti della vicenda narrata: un Texas assolato e deprimente, abitato da redneck ottusi e sovente poveri, privi di valori che non siano la preghiera collettiva prima del desinare, di legge che non sia quella del dollaro. E' l'egoismo, la rapacità a guidarli: non esistono legami familiari che tengano, amicizie che valgano o ruoli che garantiscano. Dietro l'uomo di legge si cela il delinquente, dietro il fratello un sensale dei favori sessuali della sorella, dietro il padre uno che sacrifica il figlio per salvarsi la ghirba. Traditori di tutti, direbbe Scerbanenco, gente comune che può farti fuori da un minuto all'altro senza che tu neppure ne immagini il motivo.

In questo universo totalmente negativo, si muovono figure indimenticabili: la ragazzina Dottie, ad esempio, con l'ambiguità di una Lolita ed il candore d'una Cenerentola; o Killer Joe (un superlativo Matthew McConaughey; ma il cast tutto, precisiamolo, fa faville), non sai sino a che punto sbirro infedele, psicopatico ossessivo, pervertito sessuale. Friedkin rappresenta ciascuno evitando la scorciatoia d'uno sguardo "morale", che temi tuttavia venga recuperato al termine: invece nulla, il convulso scioglimento segna solo un ulteriore precipitar nel caos, tra cosce di pollo brandite a mo' di membri virili, scoperchiamenti di verità malcelate, colpi di pistola all'impazzata. Sotto un cielo indifferente; posto che esista, da quelle parti, un cielo.
                                                                                                                                        Francesco Troiano

KILLER JOE. REGIA: WILLIAM FRIEDKIN. INTERPRETI: MATTHEW McCONAUGHEY, EMILE HIRSCH, JUNO TEMPLE. DISTRIBUZIONE: BOLERO FILM. DURATA: 100 MINUTI.

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