domenica 11 ottobre 2015

Suburra

Siamo nella settimana compresa tra il 5 e il 12 novembre 2011: gli ultimi giorni prima della rovinosa caduta del governo Berlusconi. Attorno al progetto d'una grande speculazione edilizia, il Waterfront, nelle intenzioni destinato a trasformare il litorale romano in una novella Las Vegas, si muovono vari personaggi. Filippo Malgradi è un politico sprovvisto degli anticorpi necessari a chiunque appartenga alle alte sfere delle istituzioni per non diventare un corrotto. Sebastiano, figlio di un costruttore, ama la bella vita al punto da divenire un miserabile faccendiere che procura sia stupefacenti sia ragazze di facili costumi per individui benestanti. Samurai, l'ultimo della banda della Magliana, è un potente boss già terrorista nero che tiene le fila della malavita a Roma ed è in grado di arrivare a chiunque. Dipoi Numero 8, rampollo d'una famiglia di criminali, gestisce il territorio di Ostia e più di tutti freme per far della propria zona il centro del divertimento e del riciclaggio del denaro sporco. A completare il quadro vi sono pure Sabrina, un'avvenente escort; Viola, la ragazza tossicodipendente di Numero 8; Manfredi, capo di un pericoloso clan di zingari.

Realizzato con una certa disponibilità di mezzi, a iniziare da un cast di prim'ordine, "Suburra" prende spunto dal romanzo omonimo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo (edito da Einaudi), per narrare una Roma criminale da basso Impero, in cui una fetta di politica, gang di fuorilegge e il lato in ombra del Vaticano procedono di pari passo, creando un viluppo inestricabile. Dovendo fare delle scelte, il regista Stefano Sollima - assieme agli sceneggiatori Stefano Rulli, Sandro Petraglia e Giancarlo De Cataldo - ha soppresso la figura del carabiniere Marco Malatesta, estremista di destra prima di passare a servire lo Stato, che indaga sul dilagare della corruzione e sulla violenza ormai endemica nella Capitale. In assenza di un epicentro attorno al quale far ruotare le diverse storie, essi hanno preferito restituire la materia quasi in presa diretta, optando per una struttura fortemente corale.

Il risultato è un film accattivante, a tratti travolgente, dove la concatenazione degli eventi porta a un ritmo forsennato e tiene lo spettatore continuamente con il fiato sospeso. Sotto quest'aspetto, chi da "Suburra" si attendeva un grande spettacolo, non potrà non ritenersi soddisfatto. Tuttavia, tanta enfasi comporta anche degli effetti negativi: malgrado le oltre due ore di proiezione, molti nessi sfuggono, le ellissi risultano acrobatiche e le motivazioni dei personaggi appaiono evidenti solo riferendosi ai loro cliché. Quello che delude davvero, in ogni caso, è la totale assenza di collegamenti tra quel momento storico ed il presente: una opzione singolare, dato che le cronache degli ultimi tempi avrebbero fornito materia e ragioni per una scelta differente. In definitiva, la pellicola s'inserisce con dignità nel filone del noir nostrano (però, facendo rimpiangere non poco la secchezza d'un Fernando Di Leo), scansando il cinema d'impegno civile od una qualunque lettura "impegnata". Un peccato, perché Sollima aveva già dimostrato con il precedente "ACAB" di avere una personalità d'autore non riconducibile a canoni del passato, e di essere in grado d'osare di più. Tra gli attori, in un gruppo affiatato di professionisti, piace segnalare le prove dell'ottimo Alessandro Borghi (visto di recente, in un ruolo similare, nel bellissimo "Non essere cattivo") e di Greta Scarano, capace di lasciare il segno finanche con poche, intense scene.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

SUBURRA. REGIA: STEFANO SOLLIMA. INTERPRETI: PIERFRANCESCO FAVINO, ELIO GERMANO, CLAUDIO AMENDOLA, ALESSANDRO BORGHI, GRETA SCARANO. DISTRIBUZIONE: 01. DURATA: 130 MINUTI.

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