sabato 9 maggio 2015

Il racconto dei racconti

"L'Italia possiede nel 'Cunto de li Cunti' o 'Pentamerone' del Basile il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari; eppure l'Italia è come se non possedesse quel libro perché, scritto in un antico e non facile dialetto, è noto solo di titolo, e quasi nessuno più lo legge". Forse per detto motivo proprio l'autore di queste righe, Benedetto Croce, fu il primo a tradurne l'ispido ma denso napoletano, in lingua. Definito da Calvino "il sogno di un deforme Shakespeare partenopeo", il libro  - dal curioso sottotitolo "lo trattenemiento de peccerille", vale a dire l'intrattenimento per i più piccini -  viene edito tra 1634 ed il 1636, a Napoli. Popolato di regine e cortigiani in nero, di draghi e damigelle vergini, di bordelli di donne nude nell'acqua e orchi, la raccolta è suddivisa in 50 racconti; in questa sua ultima fatica, Matteo Garrone sceglie di adattarne tre.

Ne "La regina" (tratto da "La cerva fatata"), la protagonista è disperata perché non riesce ad avere un figlio. Una notte, un negromante suggerisce alla coppia regale una soluzione assai rischiosa: mangiando il cuore di un drago marino, cucinato da una vergine, la sovrana resterà incinta. Il re perde la vita per uccidere la bestia, ma lo scopo è raggiunto. Di figli, però, ne nascono due, eguali come gocce d'acqua: il secondo è partorito dalla sguattera cuciniera del cuore. E la regina è gelosa dell'amicizia dei ragazzi...
Ne "La pulce" (da "Lo pulece"), un re cattura una pulce e la nutre a dismisura, sino a farla diventare una sorta di mostruoso animale domestico. Quando esso muore, il sovrano lo fa scuoiare e decide che darà in sposa la figlia a chi saprà dire di che bestia sia la pelle misteriosa. Ci azzecca un orco, ed è costui che avrà in premio la fanciulla. Ma quest'ultima non riesce a rassegnarsi, e medita la fuga...
Ne "La vecchia scorticata" (da "Le due vecchie"), un'anziana lavandaia che vive con sua sorella è oggetto delle attenzioni del giovane e aitante re, che ne conosce solo la voce. La più astuta delle due, Dora, grazie ad un incantesimo riesce a tornare giovane e bella, e a farsi impalmare dal reale; l'altra, Imma, perduta nel sogno di seguire le tracce della sorella, finisce per farsi allo scopo scorticare viva...

Si comprenderà, da questi accenni di trama, che siamo dentro a quel genere fantasy oggi assai in voga,  che ha nella serie televisiva "Il trono di spade"la sua punta di lancia. Figurativamente, il film l'ha avuta ben presente; tuttavia, il colto Garrone cita fra le fonti d'ispirazione pure i "Capricci" di Goya, i corti di Pasolini, il cinema di Mario Bava. V'è tutto questo, certo, ne "Il racconto dei racconti"; e l'idea di aver frammischiato le storie, allo stesso tempo contaminando e rivisitando, è uno tra gli atout della pellicola, di molto superiore ad analoghi prodotti d'oltreoceano, per tessitura fantastica e per eleganza figurativa. L'idea, però, di puntare ad un pubblico internazionale, espone l'opera ai rischi comuni a tal genere di operazioni: gli attori anglofoni, pur bravi, a volte paiono disorientati; e la verità narrativa è inficiata, in  parte, dalla scelta di trascurare il verace dialetto d'origine. Quando Pasolini licenziò il suo "Decameron" (1971) spostò l'ambientazione dalla Toscana alla Campania, in cerca di un'ingenuità perduta ma, pure, per rileggere il Boccaccio con gli occhi del Basile; il risultato è, non a caso, un capolavoro senza tempo, tra gli esempi più alti di cinetraduzione d'un testo letterario. Nel lavoro di Garrone, di contro, quel che latita è l'anima: nel catalogo d'immagini belle e fredde che passano sullo schermo, di rado fa capolino. Non avveniva così ne "L'imbalsamatore" od in "Primo amore", men che mai in "Gomorra". E' il caso di sottolineare, tuttavia, come la nostra obiezione sia rivolta ad un film di gran classe, che conferma la scaturigine visionaria nell'ispirazione del nostro.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

IL RACCONTO DEI RACCONTI. REGIA: MATTEO GARRONE. INTERPRETI: SALMA HAYEK, VINCENT CASSEL, TOBY JONES, STACY MARTIN, JOHN C. REILLY. DISTRIBUZIONE: 01. DURATA: 128 MINUTI.

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