mercoledì 29 maggio 2013

Tutti pazzi per Rose

1958. In un piccolo villaggio della Normandia vive la ventunenne Rose Pamphyle assieme al padre, burbero vedovo titolare d'un emporio. Promessa in sposa dal genitore al figliolo del proprietario di un'autofficina, la ragazza ha tuttavia altri sogni, lontani dal destino prefissato di tranquilla casalinga. Così decide di partire per Lisieux ove il trentaseienne Louis Echard, carismatico titolare di un'agenzia assicurativa, sta cercando una segretaria. Il colloquio finirebbe rapidamente, se Rose non mostrasse di possedere un peculiare dono: quello di batter i tasti della macchina da scrivere a un ritmo vertiginoso. Louis decide di darle l'impiego, a una condizione: ch'ella concorra alle gare di velocità dattilografica.
Egli stesso le farà da allenatore, lungo un percorso che prevede notevole spirito di sacrificio da parte della giovane: al cui fascino Louis non è, peraltro, indifferente...

Nel cinema, l'operazione nostalgia relativa agli anni '50 iniziò ad applicarsi a distanza ravvicinata: già nel 1973 era al centro di "American Graffiti" di George Lucas, dove l'ultimo decennio dell'innocenza Usa veniva fatto rivivere con i colori del ricordo e dello struggimento. Dipoi, più d'uno è tornato sul tema, dal Coppola di "Peggy Sue si è sposata" (1986) al Gary Ross di "Pleasantville" (1998), sempre nei toni della fiaba ed all'insegna del rimpianto. Non sfugge alla regola "Tutti pazzi per Rose", opera prima del francesce Règis Roinsard, autore anche della sceneggiatura con Daniel Presley e Romain Compingt. Costato circa 15 milioni di euro (una cifra di tutto rispetto per i budget europei ed ancor più per una pellicola d'esordio), il film si rifà con evidenza ai classici del genere, da Wilder a Donen: in particolare, il personaggio di Rose pare modellato su certuni interpretati da Audrey Hepburn, in "Sabrina" (1954) od in "Cenerentola a Parigi" (1956).

In lavori siffatti, è sovente il tono a far la canzone: e qui risulta indovinatissimo dalla prima all'ultima nota, senza anacronismi bensì all'insegna di una passione cinefila vitale e trascinante. La protagonista è dipinta con notazioni interessanti che la rendono una figura non unidimensionale, tra sfumature di malinconia ed un pizzico di sottesa malizia; quanto a Louis - segnato da un episodio avvenutogli in guerra e intimidito da un padre apodittico - è assai meno stereotipato di quanto si potrebbe prevedere. Nel corso di varie prove (regionale, nazionale, mondiale), scandite da un'attesa paragonabile a quella che precedeva gli incontri di boxe in "Rocky" (1976), s'arriva al prevedibile lieto fine senza un attimo di noia, sulle note di "Tenderly" e di tanti altri classici d'epoca: uscendo di sala contenti, come dopo la visione de "Il favoloso mondo di Amelie" (2001) o di "The Artist" (2011). Ah, la douce France...
                                                                                                                                     Francesco Troiano

TUTTI PAZZI PER ROSE. REGIA: REGIS ROINSARD. INTERPRETI: ROMAIN DURIS, DEBORAH FRANCOIS, BERENICE BEJO. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 111 MINUTI.




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