lunedì 22 aprile 2013

Le streghe di Salem

Heidi Hawthorne lavora come DJ per una radio a Salem - città famosa per i processi alle streghe che vi si svolsero, nel 1600 - e, già preda della tossicodipendenza, è in disintossicazione. Una sera, mentre si trova in studio, le viene recapitata una scatola di legno: essa contiene un vinile dei "signori di Salem". Il disco, che suona al contrario, evoca nella sua mente una serie d'immagini annebbiate, confuse. Presto Heidi inizia ad accorgersi che l'ascolto di quella musica l'ha condizionata, portandola a smarrire in maniera progressiva il proprio contatto con la realtà. Qualche giorno più tardi, mentre è ospite del suo programma Francis Matthias, storico della città di Salem ed autorità sull'argomento dei processi alle streghe, ella manda in onda l'album che ha ricevuto: nello stesso momento tre donne - come fossero appartenenti ad una setta religiosa - uccidono i loro compagni...

Sarà bene fermarci qui nell'esposizione della trama de "Le streghe di Salem", ultima fatica registica del talentoso Rob Zombie. Diciamo subito che il cineasta de "La casa dei 1000 corpi" (2004) e "La casa del diavolo" (2005) compie qui una decisa virata rispetto all'orrore citazionista - ed un poco scomposto - del passato, in favore d'un approccio più maturo e meditato: intendiamoci, non mancano  pure stavolta delle scene forti, ma i motivi d'interesse risiedono altrove. Se l'ispirazione viene dal Polanski di "Rosemary's Baby" (1968) e de "L'inquilino del terzo piano" (1976), il nostro dà mostra d'una libertà di sguardo che è originale ed irriproducibile. Il concertato prevede, tra l'altro, delle  sorprendenti apparizioni (il trio di "scream ladies" costituito da Dee Wallace, Patricia Quinn e Meg Foster), uno strepitoso patchwork sonoro (si va dai Velvet Underground a Bach, da Bruce Springsteen a Mozart), scene ai limiti della blasfemia (una fellatio praticata a un sacerdote e una sorta di Papa al negativo).

E poi c'è Sheri Moon, sua moglie, ad interpretare la protagonista. In simbiosa fisica e mentale con lei, Rob ne percorre nervosamente il corpo, sottolinea certe posture, esplora le espressioni del viso. La discesa negli inferi di Heidi è resa dall'attrice con un'aderenza impressionante, sospesa come risulta tra immaginazione e realtà (stiamo assistendo a una vicenda popolata da individui alla Charles Manson, o il tutto è solo l'incubo di una presunta ex-junkie?). Lo spettatore, trascinato in un trip scosceso e inquietante, si sente in trappola come il personaggio principale: il senso di claustrofobia viene, inoltre, accentuato da una macchina da presa che, sfiorando pavimenti e soffitti, rende tattile l'angoscia delle situazioni. Insomma, "Le streghe di Salem" è il lavoro d'un artista ormai completo (a conferma, assieme al film, esce il suo nuovo disco "Venomous Rat Regeneration Vendor", oltre al romanzo "Le giovani streghe di Salem"): qualsiasi siano le strade che il cinema horror intraprenderà nel futuro, di certo non si potrà prescindere da lui.
                                                                                                                                    Francesco Troiano

LE STREGHE DI SALEM. REGIA: ROB ZOMBIE. INTERPRETI: SHERI MOON ZOMBIE, BRUCE DAVISON, JEFF DANIEL PHILLIPS. DISTRIBUZIONE: NOTORIOUS. DURATA: 101 MINUTI.

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