lunedì 27 ottobre 2014

La spia - A Most Wanted Man

Amburgo. Dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre Issa Karpov, un giovane uomo dalle origini russo-cecene, approda nel porto con l'intento di recuperare il denaro che suo padre, feroce criminale di guerra, ha accumulato nel corso dell'esistenza. In allarme i servizi segreti tedeschi e statunitensi, tocca a Günther Bachmann verificare se il nuovo arrivato sia una persona innocente coinvolta in una vicenda più grande di lui od un pericoloso terrorista pronto a commettere attentati. Cinico e deluso, gravato dal vizio dell'alcol e dalla solitudine, Bachmann non può permettersi errori, dato che deve riscattarsi da un pesante fallimento del passato. Obbligato suo malgrado a lavorare sotto il controllo di un agente americano, con la quale pare poter nascere un'intesa sentimentale e professionale, Günther Bachmann vorrebbe discernere il bene dal male e consegnare alla giustizia soltanto i malvagi: coloro che si celano dietro ad una facciata di mitezza e di filantropia...

John Le Carré è tra gli autori letterari che il cinema ha maggiormente amato. Se il suo adattamento più noto, quello de "La spia che venne dal freddo" (1965) operato da Martin Ritt, fu giovevole a restituire al mestiere di spia un grigiore e una malinconia che all'epoca del lancio di 007 erano per nulla scontati, di poi molti film hanno tradotto in immagini suoi romanzi: si va da "La tamburina" (1984) di George Roy Hill, bene interpretato da Diane Keaton, a "La casa Russia" (1990) di Fred Schepisi, sceneggiato da Tom Stoppard, da "Il sarto di Panama" (2001) di John Boorman, guastato da un finale più morbido dell'originale, a "The Constant Gardener" (2005) di Fernando Meirelles, polemico con le malefatte di certe multinazionali farmaceutiche. Nessuna di codeste pellicole, anche se accurate, poteva però dirsi specialmente valida. Solo di recente, con "La talpa" (2011), Tomas Alfredson riusciva al medesimo tempo nell'impresa di non sfigurare di fronte alla celebrata serie tv interpretata da Alec Guinness nel '79 ed a restituire con efficacia e realismo il quadro d'un lavoro ben poco avventuroso o gratificante.

Segue le orme di quest'ultimo, "La spia": sulla scorta del dato di fatto che tre degli attentatori alle Twin Towers erano di base ad Amburgo, facendo così della città portuale tedesca un luogo ad alto rischio, il regista Anton Corbijn cala in detto contesto geopolitico dei personaggi che si muovono dentro ad un  universo popolato da dilemmi morali e reso mortifero dall'ingerenza dei Servizi americani negli affari mondiali. Günther Bachmann, corpo sovrappeso e sguardo intriso di sconforto, è la figura centrale di questo scenario, nel quale l'inganno è sempre in agguato e può provenire da qualsiasi direzione. Pur sforzandosi di svolgere il proprio compito in maniera impeccabile e rigorosa, egli si rivelerà alla fine incompatibile con loschi figuri mossi da esigenze estranee ad ogni correttezza o dirittura morale. Spy story peculiare, che predilige all'azione l'introspezione, "La spia" riposa in buona misura sulle ampie spalle di Philip Seymour Hoffman, qui alla sua ultima interpretazione. E' difficile, dopo la sua tragica fine, resistere alla tentazione di vedere nel dolore senza condivisione e senza lacrime del protagonista una sottolineatura personale; un senso di lutto indefinito che lo percorre senza dargli requie. Inutile, in ogni caso, indulgere a riflessioni di tal fatta: resta che l'attore newyorkese ci ha lasciato con una prova maiuscola, quasi presagisse che sarebbe stato, pure, il suo mesto epicedio.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

LA SPIA - A MOST WANTED MAN. REGIA: ANTON CORBIJN. INTERPRETI: PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, WILLEM DAFOE, ROBIN WRIGHT, RACHEL McADAMS. DISTRIBUZIONE: NOTORIOUS PICTURES. DURATA: 121 MINUTI. 

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