mercoledì 31 ottobre 2012

Argo

Teheran, 4 novembre 1979. Mentre la rivoluzione iraniana è al culmine, alcuni militanti irrompono nell'ambasciata statunitense, prendendo 52 ostaggi. Nella confusione generale, però, sei funzionari riescono a fuggire e si nascondono in casa dell'ambasciatore del Canada. Certi che, presto o tardi, essi saranno individuati e con ogni probabilità uccisi, il governo americano ed il canadese chiedono alla Cia d'intervenire in maniera rapida ed efficace, per riportarli in patria. L'Agenzia si mette, allora, nelle mani del proprio migliore specialista in fatto d'infiltrazioni, Tony Mendez. E costui s'inventa un piano assai azzardoso: far passare i rifugiati per membri d'una troupe canadese impegnata a preparare una pellicola di fantascienza, "Argo". A tal scopo, Mendez prende contatto con il truccatore John Chambers ed il produttore Lester Siegel, perché il tutto abbia un aspetto assolutamente professionale e credibile...

Ispirato al libro omonimo di Antonio Mendez "The Master Of Disguise" e ad un articolo di "Wired", "Argo" prende le mosse da una storia vera, l'operazione CIA nota come Canadian Caper: nella realtà, vi furono coinvolti Roger Zelazny, collaboratore di Philip K.Dick, e uno dei massimi disegnatori di fumetti, Jack Kirby (quello di Hulk, Thor e gli X-Men, per capirci). Quanto al finto film, esso venne pubblicizzato con gran risalto su "Variety" e "Hollywood Reporter": insomma, ogni cosa fu curata nei minimi dettagli. La vicenda rimase segreta per volere della Cia fino al 1997; il presidente Jimmy Carter, all'epoca, non se ne potè servire durante la campagna elettorale, che si concluse con la propria non rielezione.

Alla terza regia, dopo due prove sorprendenti quali "Gone, Baby, Gone" (2007) e "The Town" (2010), Ben Affleck si conferma cineasta fra i più interessanti della sua generazione, nella scia d'una tradizione di attori/registi che trova in Robert Redford il suo riferimento più plausibile: entrambi sono liberal e appassionati d'un cinema classico, ben fatto, basato su solidi script ed eccellenti cast. Inoltre, in "Argo" spira un'aria seventies - lo stesso Affleck ha dichiarato di aver voluto fare il suo "Tutto gli uomini del presidente" - che lo rende piacevolmente rétro, tra l'acconciatura alla Bee Gees del protagonista e le canzoni che scorrono (si va da "Sultans Of Swing" dei Dire Straits a "Little T&A" dei Rolling Stones, passando per "When The Levee Breaks" dei Led Zeppelin). Prodotto da George Clooney (e si sente, ché il ruolo americano nel sostenere i crimini dello Scià persiano vi è descritto senza infingimenti), il film è un adrenalinico thriller a sfondo politico non privo di pungente ironia (John Goodman e Alan Arkin, rispettivamente nei panni di John Chambers e di Lester Siegel, sono impagabili).

Insomma, siamo di fronte ad uno di quei non frequenti casi in cui le ragioni dello spettacolo e dell'arte risultano perfettamente armonizzate: il cinema di genere incontra quello d'impegno civile (come anche in Italia capitava sovente nel corso degli anni Settanta, ed ora purtroppo non più), dando vita ad un appassionante spettacolo. Ben Affleck è abile nel conferire al suo Mendez la necessaria incoscienza, sempre però corretta da un profondo rispetto per le vite che sono nelle sue mani; e merita una nota di plauso Bryan Cranston che, dopo una carriera da caratterista, sta ora imponendosi all'attenzione generale con una serie d'interpretazioni - qui, quella del grintoso Jack O'Donnell - davvero di vaglia.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

ARGO. REGIA: BEN AFFLECK. INTERPRETI: BEN AFFLECK, BRYAN CRANSTON, ALAN ARKIN, JOHN GOODMAN. DISTRIBUZIONE: WARNER. DURATA: 120 MINUTI.

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