martedì 5 novembre 2013

Giovane e bella

Al compiersi del suo diciassettesimo anno, la borghese Isabelle decide di perdere la propria verginità: lo fa senza slancio o passione alcuna, nel corso delle vacanze estive, con un qualsiasi coetaneo. Una volta ritornata a Parigi, dove studia e vive con la madre, il patrigno ed il fratello minore, comincia a prostituirsi via Internet, sotto lo pseudonimo di Lea. Rinunciando al coinvolgimento sentimentale, Isabelle guadagna in breve notevoli somme, grazie ad una clientela attempata e benestante. Tutto si avvierebbe sui binari di una tranquilla routine, se la morte casuale di uno degli uomini con i quali si accompagna non portasse all'intervento della polizia ed al disvelamento del tutto alla famiglia...

Con questo "Giovane e bella", Francois Ozon - dopo un lungo periodo di cinema "per tutti", iniziato nel 2002 con "Otto donne e un mistero" - sembra voler tornare al cinema sovversivo e disturbante delle proprie origini d'autore, dal mediometraggio d'esordio "Regarde le mer"(1997) a pellicole quali "Les amants criminelles" (1999) e "Gocce d'acqua su pietre roventi" (2000): allorquando egli soleva esprimersi attraverso soggetti sconcertanti, senza preoccuparsi di venire o meno apprezzato dalla maggior parte del pubblico. D'altro canto, l'argomento trattato - la prostituzione minorile - è in ogni caso di forte presa, giusto come le cronache ci raccontano sempre più spesso con svariati esempi.

Al cineasta francese, va riconosciuto da subito d'aver evitato ogni banalità d'approccio al tema. Ha, ad esempio, scartato la via sociologica o la trattazione semidocumentaristica, con annesse puntate nel sensazionalismo. Sul versante opposto, s'è ben guardato dal proporre una tranche de vie, magari nei canoni tranquillizzanti del mélo: giusto come Isabelle, ha per contro voluto mettere la sordina alle emozioni. L'approccio al racconto si direbbe fenomenologico, precisando tuttavia che la parabola della ragazza in vendita non si pretende rappresentativa di alcunché: Isabelle si muove da sola, con metodo e precisione, domanda sempre la stessa cifra. Il danaro lo ammucchia, non la vediamo mai spenderlo: peraltro, è l'unica cosa alla quale sembra tenere, e protesta quando la madre glielo sottrae. Guardandola agire, con un'atonia che si blocca solo quando qualcuno le muore sotto durante un atto sessuale (a proposito, Marine Vacht è strepitosa), si direbbe che ella voglia darsi una giustificazione per esistere, cavare una rilevanza sociale dal proprio ruolo. Sia come sia, è soltanto nella conclusione - quando la moglie del defunto la riporta nella camera d'albergo ove il marito s'è spento - che Isabelle ritrova le coordinate: si addormenta per un poco, adolescente; al risveglio, è un'adulta consapevole. Lieve quanto geniale scioglimento, che chiude come meglio non si potrebbe un'opera d'eccellenza.

GIOVANE E BELLA. REGIA: FRANCOIS OZON. INTERPRETI: MARINE VACHT, GERALDINE PAILHAS, FREDERIC PIERROT, CHARLOTTE RAMPLING. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 94 MINUTI.

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