mercoledì 21 novembre 2012

Il sospetto

Lucas, ex-maestro elementare reduce da un divorzio di cui porta ancora i segni, vuole rifarsi una vita inserendovi pure il figlio adolescente, Marcus, che lo preferisce alla madre. Stimato dalla comunità nella quale vive e da chi lo conosce bene, il nostro ha trovato lavoro in un asilo, dove i bambini lo adorano. Su tutti, gli porta un particolare affetto Klara (la figlioletta del suo migliore amico), che un giorno lo bacia sulla bocca in modo innocente e gli regala un piccolo cuore. Lucas, seppure con estremo garbo, invita la bimba a girare il dono a qualche compagno di giochi e la ammonisce a non dare baci ad altri, se non ai genitori. Piccata e, in qualche modo, offesa, ella sostiene con la direttrice dell'asilo d'avere subito molestie sessuali da Lucas. Partita in sordina, l'accusa diviene rapidamente qualcosa di molto serio: intorno all'uomo, del tutto innocente, si scatena una sorta d'isteria collettiva che non si placa neanche quando il giudice - dopo un inverosimile arresto - stabilisce il non luogo a procedere per insussistenza degli indizi. Umiliato da tutti, finanche picchiato, Lucas verrà, dopo un certo periodo, riammesso nella comunità: ma non per tutti egli è senza colpa...

Cineasta ampiamente sopravvalutato, Thomas Vinterberg fu cofondatore del movimento "Dogma 95" assieme a Lars von Trier e conobbe una certa notorietà con "Festen" (1998), opera ferocemente antiborghese ma di grana grossa (malgrado i presuntuosi riferimenti a Bunuel ed al Renoir de "La regola del gioco"), sorprendentemente premiata a Cannes. Dopo una manciata di altre pellicole delle quali ben poco ci si ricorda, con questo "Il sospetto" Vinterberg si pone con decisione nel solco di una drammaturgia più tradizionale, abbandonando i solipsismi stilistici di un tempo: e manco a farlo apposta firma il suo film migliore, grazie pure alla magnifica interpretazione di Mads Mikkelsen (giustamente gratificata da un riconoscimento a Cannes).

Gli argomenti trattati, intendiamoci, non sono nuovi: sulla cecità crudele e schizofrenica figliata dal pregiudizio ci sono stati infiniti capolavori, da "Furia" (1936) di Lang a "Il corvo" (1943) di Clouzot a "Scene di caccia in Bassa Baviera" (1969) di Fleischmann; quanto al potere devastatore di talune fantasie infantili, un classico come "La calunnia" (1936) di Wyler aveva già detto tutto, oltre 75 anni fa. D'interessante - e nuovo - nel film di Vinterberg, c'è la descrizione di un gruppo di persone dove la ferinità va dai riti d'iniziazione - quello del figlio di Lucas alla caccia, che vedrà partecipe il padre pur consapevole, ormai, di cosa si nasconda dietro codeste apparenze - ai pestaggi nei supermercati, fino alle fucilate sparate ad altezza d'uomo. Che tutto questo avvenga nella civile e progredita Danimarca rende più inquietante la cosa ed offre materia di riflessione a quanti vorrebbero andare per le spicce di fronte ai mostri presunti. Sfiorando con coraggio il tema della pedofilia fuori dall'ottica scandalizzata e digrignante oggi diffusa, Vinterberg racconta sottotraccia la fine dell'innocenza d'un individuo mite, gentile, incapace di accorgersi dell'orrore che lo circonda. E continuerà, come si vede, a circondarlo.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

IL SOSPETTO. REGIA. THOMAS VINTERBERG. INTERPRETI: MADS MIKKELSEN, THOMAS BO, ANNIDA WEDDERKOPP. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 115 MIN.

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