mercoledì 5 settembre 2012

Bella addormentata

Nei giorni che vanno dal 3 al 9 febbraio, gli ultimi di Eluana Englaro dopo il trasferimento da Lecco ad Udine, tre vicende s'intersecano con esiti differenti. Il parlamentare Uliano Beffardi, socialista d'origine, si trova di fronte ad un grave conflitto di coscienza, quando il partito a cui ha ora aderito gli chiede di votare una legge sulla fine vita che egli non condivide; sua figlia Maria, attivista cattolica, nel frattempo protesta davanti ai cancelli della residenza sanitaria in cui si trova Eluana. La Divina Madre, una grande attrice, nella sua splendida villa attende, con fede mista a rabbia, che esca dal coma l'amata figlia Rosa. Infine Rossa, tossicodipendente recidiva, vuole disperatamente porre fine ai propri giorni, pur ella essendo una giovane donna assai bella e vitale: ne contrasta i propositi, con tenacia, il dottor Pallido.

Preceduto da polemiche svariate, la più nota - e la più speciosa - delle quali quella dell'Assessorato Regionale alla Cultura del Friuli, che era giunto a negare alla pellicola dei fondi promessi dalla Film Commission del luogo, "Bella Addormentata" non è - d'altra parte, il regista piacentino lo aveva già precisato - un film sul caso Englaro. L'ampio dibattito che quella tragedia suscitò nel paese è, invece, solo lo spunto per riflettere sui rapporti tra la vita e la morte, tra la responsabilità individuale e le prescrizioni della religione, tra i doveri dello stato laico e la libertà delle proprie scelte. Il tutto, narrato col consueto stile di Bellocchio: che qui, più che altrove, procede per scatti, per illuminazioni, per imprestiti dalla memoria e dal vissuto.

Film complesso in misura maggiore di quanto possa apparire, "Bella addormentata" è tanto più efficace quanto più si muove lateralmente (non a caso, l'episodio meno a fuoco è quello della Divina Madre, che sta troppo sulle cose e suona alla fine enfatico, forzoso): il tema risulta, di contro, centrato, nel segmento del politico in crisi (grandi le prove di Servillo e della Rohrwacher), dove si entra nella carne viva del tema dell'eutanasia e, finanche, delle conseguenze di certe scelte sui rapporti familiari; e raggiunge un vertice espressivo nella vicenda di Rossa, in cui alla concretezza d'una scelta suicida si contrappone lo sforzo caparbio del medico disposto, laicamente, a difender senza tregua la vita fino a che essa esiste.

Quanto alla direzione di Bellocchio, scontato un utilizzo magistrale degli interpreti, il suo modo di girare fa venire in mente gli antichi, laddove sostenevano che dal modo in cui posiziona la macchina da presa si vede la grandezza del regista: qui, ogni inquadratura possiede una sua necessità diremmo morale, ogni taglio di luce risponde ad un preciso disegno, persino i movimenti dei personaggi paiono esprimere un progetto di racconto. Dei contributi tecnici è inutile indicare la perfezione, di alcuni attori s'è già detto: qui aggiungeremo una nota di merito per Maya Sansa, oggi una delle nostre migliori realtà muliebri, e per Roberto Herlitzka, cui basta una sequenza per abbacinar la platea col proprio magistero.                                                                                                                               

Francesco Troiano

BELLA ADDORMENTATA. REGIA: MARCO BELLOCCHIO. INTERPRETI: TONI SERVILLO, ISABELLE HUPPERT, ALBA ROHRWACHER, MICHELE RIONDINO,
MAYA SANSA, PIER GIORGIO BELLOCCHIO. DISTRIBUZIONE: 01. DURATA: 110 MINUTI.

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