lunedì 5 ottobre 2015

Much Loved

Noha, Soukaina e Randa sono tre donne marocchine (dipoi si unirà a loro Harama, una ragazza arrivata dalla campagna dopo essersi accorta d'attendere un bimbo dal fidanzato che l'ha lasciata): per campare -e per essere libere - vendono i loro corpi. Non è facile sopravvivere nei cupi mercati della carne, corrotti e pericolosi, di Marrakech: le quattro si sostengono vicendevolmente nella loro lotta quotidiana. La loro vita professionale comincia la notte, quando escono di casa per andar a dei party organizzati perlopiù da nababbi sauditi dove, dopo aver bevuto, danzato e fumato hashish, soddisfano i capricci dei loro clienti,  talvolta subendo gravose umiliazioni (i viziosi signorotti, ad esempio, gettano per terra i bigliettoni del compenso col solo gusto di vederle strisciare per raccoglierli). Il giorno trascorre spento ed assopito, in comodi pigiami, con il rumore di sottofondo della tv costantemente accesa e qualche scaramuccia che non manca d'accendersi nell'atipico gineceo...

Oggetto di una stizzita polemica in patria, per le esplicite scene erotiche e per il linguaggio d'estrema crudezza, "Much Loved" è stato subito messo al bando, prima ancora di venire visionato dall'apposita commissione preposta ad autorizzare l'uscita dei film: la proiezione è stata vietata in quanto ritenuta "un grave oltraggio ai valori morali e alla donna marocchina", nonché "all'immagine del paese". Vi sono state, addirittura, da parte dell'opinione pubblica, richieste di pena di morte per il regista Nabil Ayouch, mentre Loubna Avidar - l'attrice che interpreta Noha - ha ricevuto delle intollerabili minacce. "E' stata soprattutto la violenza verbale che provocato la censura" ha detto Noureddine Sail, direttore del Centro cinematografico marocchino. Eppure il Marocco ha fama di essere un paese liberale, quanto meno nei confronti dei diritti femminili; addirittura all'avanguardia quando si parla di sesso, amore e matrimonio. Il sospetto è che di miseria, non si possa parlare: basti pensare che un capolavoro della letteratura locale, "Il pane nudo" di Mohamed Choukri, è stato proibito fino al 2000 per aver raccontato la paura, il quasi obbligato comportamento brutale dei poveri e la violenza poliziesca.

Sotto la scorza audace e le spinte ribellistiche, "Much Loved" è una pellicola che tratta della mancanza di amore: nelle vite delle protagoniste non v'è, non vi sarà mai spazio per un sentimento, sognato nelle telenovelas televisive o immaginato nel desiderio di qualcuno che si prenda cura di loro in quanto esseri umani. Pur se con l'ingrato lavoro che fanno, danno da mangiare alle loro famiglie, non sono da esse amate perché il loro è un denaro haram, impuro, con tutti i conseguenti sensi di colpa che le tormentano. Nell'orchestrare un coro a più voci e dipingere un "ritratto di signora" atipico ed affettuoso, Ayouch dà spazio alle sue attrici che incarnano personaggi memorabili: nel cinema non mancano figure di meretrici dal gran carattere (basti pensare alla Melina Mercouri di "Mai di domenica" di Jules Dassin), tuttavia il coraggio con cui queste interpreti si lasciano ritrarre sorprende e commuove; a cominciare dalla superba Louna Abidar, sospesa mirabilmente tra la forzosa gioia orgiastica richiesta dal proprio mestiere ed una malinconia che non è affatto - come sosteneva, carico d'ottimismo, Victor Hugo - la felicità d'esser tristi.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

MUCH LOVED. INTERPRETI: LOUBNA ABIDAR, ASMAA LAZRAK, ALIMA KARAOUANE, SARA ELMHAMDI ELALAOUI, ABDELLAH DIDANE. DISTRIBUZIONE: CINEMA. DURATA: 103 MINUTI.

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