mercoledì 10 dicembre 2014

St.Vincent

Dopo la separazione dei genitori, il dodicenne Oliver si è trasferito in una nuova casa assieme a sua madre, un'infermiera oberata di lavoro e in attesa del divorzio. Nell'abitazione accanto vive Vincent de Van Nuys, pensionato alcolista e misantropo, scommettitore accanito di corse di cavalli e fidanzato con una spogliarellista russa incinta. Tra il piccolo ed il suo - all'apparenza - scorbutico vicino di casa, si stabilisce un bizzarro sodalizio: la madre del ragazzino lo assume per fare il baby-sitter ad ore, ed è così che Oliver scopre come il suo nuovo amico sia, in realtà, un veterano di guerra; un reduce dal Vietnam, che nasconde un triste passato e ha dedicato svariati anni ad assistere la moglie, ricoverata in un istituto a causa della gravità della sua malattia...

Serata d'onore per uno dei più grandi attori viventi, "St.Vincent" offre a Bill Murray il destro per una ulteriore variazione della sua nota maschera estroversa. Bel modo di coronare una carriera iniziata con la notorietà portatagli dalla partecipazione al televisivo "Saturday Night Live" ed esplosa con la presenza nel trio dei "Ghostbusters" (1984), pellicola campione d'incassi firmata da Ivan Reitman, che consacra la straordinaria vis comica del nostro. Da qui, prende però il via un tragitto in cui egli ha, più di una volta, rifiutato le strade più facili, per azzardare scelte impegnative: sono indimenticabili le sue prove in "Ricomincio da capo" (1993), metafisico gioco narrativo concepito da Harold Ramis; "Lost in Translation" (2004) di Sofia Coppola, in cui è un attore in decadenza che vive in un albergo di Tokyo; "Broken Flowers" (2006), diretto da Jim Jarmusch, dove si cala nei panni di un maturo e stralunato dongiovanni che si mette in cerca, tra le donne del suo passato, della madre d'un figlio che neppure immaginava di avere.

In "St.Vincent" (coadiuvato da un'ottima Melissa McCarthy, la madre di Oliver, e da Naomi Watts, convincente nel ruolo della spogliarellista russa), Murray padroneggia la vicenda con rara maestria: se è vero che la storia del cinema, da "Il monello" a "Nuovo Cinema Paradiso", da "Up!" a "Il sesto senso" è piena di opere che s'incentrano sulla speciale funzione cognitiva ed autocognitiva che il rapporto fra il grande ed il piccino figlia, è fuori di discussione che qui (grazie pure alla felice alchimia fra i due attori: l'undicenne Lieberher è irresistibile),  tra la "rieducazione" di Oliver a furia di pomeriggi all'ippodromo e frequentazioni di "signore della notte", il ritmo è travolgente, al di là di alcune situazioni più prevedibili e sfruttate (la lotta con i bulli della scuola, il ballo al ritmo del juke-box). La vena di malinconia, lo spleen sotterraneo che permea tutta la vicenda si scioglie nella commozione di un finale che non riveleremo: ma alla furbizia dell'esazione della lacrima si rinuncia, in fin dei conti per uno come St.Vincent finanche la santità è di tipo peculiare.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

ST.VINCENT. REGIA: THEODORE MELFI. INTERPRETI: BILL MURRAY, JAEDEN LIEBERHER, MELISSA McCARTHY, NAOMI WATTS. DISTRIBUZIONE: EAGLE. DURATA: 102 MINUTI.



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