giovedì 18 settembre 2014

La buca

Misantropo e nevrotico, Oscar è un avvocato burbero alla continua ricerca di spunti truffaldini, al fine di gabbare le assicurazioni e d'assicurarsi parcelle. Tutti i giorni, di fronte alla propria abitazione (ed al bar gestito dall'unica sua ex-fidanzata), egli tenta di far cadere un finto cieco in una buca, mai riuscendovi. E' a questo punto che - nella sua esistenza arruffata e un poco angosciante - entra la figura di Armando: reduce dall'aver scontato ingiustamente una carcerazione durata 27 anni, quest'ultimo è rimasto tuttavia una persona gentile e disponibile nei confronti del mondo. Fa presto, nella mente di Oscar, a balenare l'idea che può esser il colpo di una vita: perorar la revisione del processo contro lo sventurato, provarne l'innocenza ed incassare un risarcimento ricchissimo...

Secondo lungometraggio di Daniele Ciprì firmato da solo, "La buca" giunge sugli schermi assieme al "Belluscone" del suo antico sodale Franco Maresco: si tratta di due opere che, pur nella loro diversità, appaiono quasi degli Ufo nel panorama "normalizzato" della cinematografia indigena. Il primo nei modi della fiction, il secondo del documentario, continuano a dar conto della irriducibilità dei rispettivi autori: gli unici ad avere creato, con la strepitosa "Cinico TV", una forma d'arte geniale e potente, sperimentale come il lavoro di Carmelo Bene, dissacrante quanto quello di Bunuel. Il separarsi del duo, dopo il 2007, poteva fare temere la fine - o, comunque, una compromissione - della loro fertile fatica: invece, seppure lentamente, il loro contributo pare ritrovare forma e vigore; e la vitalità degli ultimi esiti ne è conferma.

Se, tuttavia, Maresco procede per una via più aspra, continuando a esprimere una barocca disperazione (con ricordi figurativi dei Ribera e dei Caravaggio, magari in maniera meno marcata rispetto agli inizi), Ciprì insegue una forma di commedia nera e cupa, con un occhio all'umorismo nero britannico e l'altro al sarcasmo di Billy Wilder. Di quest'ultimo, il classico "Non per soldi... ma per denaro" (1966) sembra essere fonte primaria d'ispirazione, sia nel meccanismo narrativo, sia nel clima da "buddy-buddy" che si portava appresso il duo Lemmon-Matthau. Se Castellitto sottolinea, a volte, in maniera troppo arcigna il carattere del proprio personaggio, di contro Papaleo s'affida ad un registro keatoniano ben adeguato alla bisogna: sicché l'effetto finale è tra i più convincenti, e la nostra commedia dell'epoca d'oro - dai succhi aciduli del primo Ferreri alle feroci annotazioni del miglior Risi - rivive invero in tutto il proprio fulgore. Quanto alla meravigliosa Valeria Bruni Tedeschi, è perfetta: qui, come in ogni parte le venga affidata.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

LA BUCA. REGIA: DANIELE CIPRI'. INTERPRETI: SERGIO CASTELLITTO, ROCCO PAPALEO, VALERIA BRUNI TEDESCHI. DISTRIBUZIONE: LUCKY RED. DURATA: 90 MINUTI.

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