giovedì 20 giugno 2013

Cha Cha Cha

Corso, ex-agente di polizia passato all'investigazione privata, riceve l'incarico di tenere d'occhio il figlio sedicenne di Michelle, attrice di limitato talento con la quale ha avuto tempo addietro una relazione e che è, ora, legata al potente avvocato Argento. Purtroppo il sorvegliato, all'uscita di una discoteca, perde la vita in un curioso incidente stradale: un fuoristrada partito da fermo travolge la vettura da lui guidata, per poi dileguarsi rapidamente. Tampinato dall'ispettore Torre, in precedenza suo capo e ambiguo nei comportamenti, il detective s'imbatte in una speculazione edilizia che ha a che fare con l'accoppamento di un ingegnere: viene minacciato e picchiato ma non desiste, magari perché per Michelle prova ancora qualcosa...

Pare cavato da un vecchio film di Risi padre, il titolo "Cha Cha Cha": richiama la commedia nostrana, il periodo del boom, il suono dei juke-box, il sapore del gelato a stecco. Si tratta d'un collegamento fallace, però: qui siamo nella contemporaneità ed in pieno noir chandleriano, con tanto di dark lady, scene in notturna, segreti inconfessabili, malavita in doppio petto. Tutto l'armamentario del "genere" detestato da Adorno a causa della sua confusione sfila in parata per la gioia del cinefilo: ma, a render più appetibile il piatto, c'è l'ambientazione in una Roma contemporanea gonfia ed angosciante, carica di cattivo gusto e di sinistri figuri, veduti sotto una lente che pare deformante ed è, purtroppo, solo realistica. Parafrasando il titolo dell'ultimo film di Sorrentino, si potrebbe dire: la grande bruttezza.

Tentativi di girare pellicole di questo tipo, in Italia, ce ne sono già stati: ci ha provato, non una volta, Gabriele Lavia (ad esempio, nell'86, in "Sensi"), con risultati da dimenticare; meglio ha fatto Carlo Vanzina trent'anni fa con "Mystere" (1983), azzeccando nel mixer le giuste dosi di brividi ed ironia. Qui non tutto scorre come dovrebbe, la sceneggiatura ha qualche buco, gli attori non sono sempre a posto (la Herzigova non riesce a dare sufficiente spessore al suo personaggio, anche lo sbirro di Amendola risulta poco o niente approfondito). Ma, tra una citazione cinefila e l'altra (il pestaggio del protagonista nudo viene da "La promessa dell'assassino", la vettura bloccata con un espediente da "Beverly Hills Cop", certe atmosfere dritte da "Chinatown"), Marco Risi licenzia un'operina che si lascia guardare con piacere: Argentero è stropicciato e fascinoso il giusto per sembrare un "private eye"della tradizione, il ritmo non manca e lo scioglimento - pur se in qualche modo ipotizzabile - dà al tutto un tocco d'impegno civile che davvero non guasta.
                                                                                                                                    Francesco Troiano

CHA CHA CHA. REGIA: MARCO RISI. INTERPRETI: LUCA ARGENTERO, EVA HERZIGOVA, CLAUDIO AMENDOLA, PIPPO DELBONO. DISTRIBUZIONE: 01.
DURATA: 90 MINUTI.

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