martedì 12 febbraio 2013

Promised Land

Da ragazzo di campagna a uomo d'affari in carriera, la vita di Steve Butler pare giunta ad una svolta quando la società per la quale lavora, la Global Crosspower Solutions, lo invia assieme alla collega Sue Thomason in una cittadina agricola della Pennsylvania, duramente colpita dalla crisi economica. Il loro compito è quello di farsi concedere i diritti di trivellazione dei terreni della comunità locale, con un dispendio minimo di danaro. Certi di poter portare a termine con facilità il proprio compito, i due si trovano invece a fare i conti con Frank Yates, un anziano e rispettato insegnante che esprime fondati timori sull'operazione; dipoi entra in scena Dustin Noble, uno scaltro attivista per la tutela ambientale che semina il dubbio nella popolazione. Steve, che nel frattempo ha incontrato Alice,
una donna che l'attrae per la sua dolcezza e sensibilità, si trova infine ad un bivio: la scelta è tra il seguire la via delle proprie ambizioni oppure fare quello che ritiene giusto...

Con la tecnica della fratturazione idraulica o "fracking", un fluido iniettato ad alta pressione nel sottosuolo spezza le rocce. Di conseguenza il gas naturale, ma anche il petrolio, che fuoriescono, risalgono in superficie pel tramite del medesimo condotto servito per pompare il fluido. Tale metodo rischia, però, di causare terremoti ed inquinare le falde: è per questo che negli Usa gli ambientalisti, sostenuti da artisti ed intellettuali, hanno dato vita ad una assai vigorosa protesta. Ovviamente, quella dei petrolieri è una lobby potentissima e gigantesca, la cui voce nel Congresso ha un peso rilevante. In detto scontro, va ad inserirsi un film come "Promised Land". Doveva essere il debutto alla regia di Matt Damon, qui attore protagonista (oltre che produttore e co-sceneggiatore, con John Krasinski): ma i suoi innumerevoli impegni lo hanno costretto a chiedere aiuto all'amico Gus Van Sant, che lo aveva già diretto in "Will Hunting genio ribelle" (1997) e in "Gerry" (2002).

Pur in un lavoro su commissione, ritroviamo lo stile inconfondibile del regista del Kentucky, quel
suo adoprar la fiction in modo quasi documentaristico, l'abilità nel mescolare tensione narrativa ed impegno. Dopo i diritti civili, la lobby delle armi, l'amore gay sono, ora, le politiche del governo americano, che lascia nell'abbandono le sue immense zone rurali, a finire nel mirino del nostro. Un poco limitato dalla necessità di raccontare linearmente una storia, abitata da personaggi alle prese
con un percorso di conoscenza, Van Sant è qui forse meno personale che in altre occasioni. Tuttavia,
una pellicola che stigmatizzi la sicumera delle multinazionali e punti l'indice contro il malaffare
nell'industria dell'energia, non può che essere una lieta sorpresa, in epoca di scarsa attenzione a tematiche di tal genere. Mosso da un afflato capriano, sulla scia delle opere di denuncia degli anni
'70, "Promised Land" è vivificato da un ottimo cast, nel quale a fianco del convincente Matt Damon troviamo una Frances McDormand, come d'uso, immensa.
                                                                                                                                  Francesco Troiano

PROMISED LAND. REGIA: GUS VAN SANT. INTERPRETI: MATT DAMON, FRANCES McDORMAND, JOHN KRASINSKI, ROSEMARY DeWITT. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 106 MINUTI.


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