martedì 4 dicembre 2012

Moonrise Kingdom

New England, estate del '65. In un isoletta sull'Atlantico, a pochi chilometri dalla costa, si verifica una situazione imprevista. Dall'accampamento dei boyscout è sparito il piccolo Sam, non proprio il più popolare del suo gruppo. Alla stesso tempo, da casa Bishop scompare anche la coetanea Suzy. I vari adulti non lo sanno, ma i due - da molto amici di penna - si erano innamorati via lettera, poi premeditando e combinando la fuga insieme. Lui, un orfano dalle insospettate risorse, vuole scappare dagli arroganti compagni scout; lei - che scruta il mondo col binocolo "per vedere tutto più vicino" - dai detestati fratelli. Così si procurano una tenda, del cibo, qualche utensile e voilà, il gioco è fatto. Per nulla adusa ad accadimenti che sconvolgano l'amata routine, la piccola comunità - dai genitori della ragazzina allo sceriffo, dalla rappresentante dei servizi sociali al peculiare capo scout (fuma in faccia ai ragazzi e davanti ai fuochi artificiali) - si getta alla ricerca della coppia, che non ha invece alcuna intenzione di farsi trovare. Frattanto, si prepara nei cieli quella che sarà ricordata come una delle più spaventose tempeste mai viste...

Piaccia o meno, il cinema di Wes Anderson è tra quelli inconfondibili nel panorama contemporaneo. Vivificato sin dagli inizi da una verve di lunatica e strampalata originalità, esso prende le movenze assai spesso della fiaba, mutuandone i colori pastello come l'andamento vagamente surreale. Non sempre il nostro l'azzecca, va detto ("Le avventure acquatiche di Steve Zissou", nel 2005, ne è esempio eloquente), ma il suo modo teneramente serio di raccontare improbabili vicende, di mettere in scena bizzarri personaggi, coinvolge lo spettatore, lasciandolo poi sospeso tra risata e commozione. "Moonrise Kingdom" è un esempio da manuale dell'arte sua: pur se le coordinate nelle quali va a collocarsi sono ben precise, potrebbe dirsi acronotopica questa storia dolcemente favolistica, dove i cattivi mai sono totalmente cattivi (beh, quasi tutti, almeno), i fulmini dai quali si viene colpiti non folgorano, il più inaspettato degli happy end è pronto inaspettatamente a verificarsi.

In tinte calde e solari, assistiamo al delicato passaggio dall'infanzia all'adolescenza nella convivenza fra i due protagonisti: lei legge ad alta voce, ascolta la musica di Françoise Hardy, si fa fotografare in bikini; lui, ovviamente meno maturo della sua fidanzatina, si adegua come può, ma è determinato nel considerarla addirittura sua moglie. Ed è proprio così che andrà a finire: dopo ore di tregenda segnate dalla furia degli eventi naturali, Sam è adottato dal melanconico sceriffo locale, i genitori di Suzy accettano la situazione e, addirittura, l'ineffabile duo viene fatto sposare con cerimonia scout. Il tutto straordinariamente godibile, irresistibilmente avvincente, definitivamente toccante. Insomma, anche se al cinema cercate l'impegno ad ogni costo, il brivido della suspense, l'adrenalina del film d'azione, prendetevi una pausa con Wes Anderson. Anche grazie ad un cast superlativo, non ve ne pentirete.
                                                                                                                                    Francesco Troiano

MOONRISE KINGDOM. REGIA: WES ANDERSON. INTEPRETI: BRUCE WILLIS, EDWARD NORTON, BILL MURRAY, FRANCES McDORMAND, TLIDA SWINTON, JASON SCHWARTZMAN. DISTRIBUZIONE: LUCKY RED. DURATA: 94 MINUTI.


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